La storia del Carmelo di Monza

Alcuni decenni or sono, così si esprimeva il Cronista dell’allora Bolletino “Il Carmelo di Monza”, commemorando i trent’anni di fondazione:
“Là, dove il rosso del semaforo spacca a mezzo la vita assordante del Vialone C. Battisti di Monza, c’è una chiesa. Stile lombardo-romanico, portale con mosaico, gradinata rustica, una nicchia con la statua di Santa Teresina. È il “Carmelo di Monza”.

(Posa prima pietra il 16 Ottobre 1932, consacrazione Chiesa il 17 Maggio 1934)

Da oltre 80 anni ormai, al 17 maggio 2023 sono 89 anni di Consacrazione, e l’Anno prossimo festeggeremo solennemente i 90 anni, per mano dell’allora arcivescovo di Milano e Santo Ildefonso Cardinal Shuster,

Il Carmelo di Monza sta ammonitore sulla strada di Lissone, tra il classico splendore della Villa Reale e le caotiche diramazioni del Rondò. Le vecchie cronache, infatti, parlano di un funesto autunno del 1915, solcato dai bagliori paurosi di quella “prima guerra mondiale” che costò anche “all’Italia vittoriosa” tanta strage di uomini e di cose, quando un venerato Padre Carmelitano varcò le soglie di una Villa, presso Monza.

Quel Padre venerato — allora Provinciale di Lombardia — si chiamava P. Atanasio Galletti. Uomo d’infaticabile attività, dopo una serie infinita di contrasti e progetti frustrati, era riuscito a fissare lo sguardo sulla città di Monza. Con uno stuolo di fanciulli — vocazioni nascenti per l’abito carmelitano — entrò nella Villa Modignani Litta.
La vecchia villa, che del passato splendore conservava solamente il selvaggio ed incolto parco, fu il primo nido. Dapprima sorse e si sviluppò la Chiesa, consacrata nell’anno 1935. Una costruzione architettonicamente apprezzabile, frutto dei sacrifici e della dedizione di Religiosi vissuti al Carmelo in tempi particolarmente difficili.

La fine degli anni della guerra e dell’immediato dopoguerra, in cui il Convento e i religiosi avevano dato prova di carità indiscriminata e al di sopra di ogni accezione di persone, coincise con un nuovo fiorire. Il sacrificio, il lavoro, la capacità, l’oculatezza dei religiosi accompagnati dalla comprensione caritatevole di persone buone, portarono al nuovo Convento che negli anni 52-53 veniva a sostituire il primo nido, oramai inservibile e pericolante.

Alla storia che può essere raccontata e dimostrata con cifre e parole si è accompagnata un’altra storia, che soltanto le anime fedeli della città e dei dintorni possono dire e testimoniare.

Il Carmelo di Monza fin dalla sua nascita attese ad un’opera che suscita la riconoscenza, l’affetto e il ricordo della Provincia: la cura della Scuola Apostolica.
Alla storia del “Carmelo di Monza” è strettamente legata, fino a fondersi, quella della “Scuola Apostolica”. Una storia, questa del “Collegino”, che si prolunga ormai da mezzo secolo, ma che rimane viva ed operante. Essa si confonde un po’ con la vita operosa di quanti da Monza “sono usciti “.
E sono tanti. Sono quasi tutti i Religiosi impegnati nelle 10 case della Provincia o in vari e delicati incarichi presso la Curia Generalizia in Roma o anche nella vita Carmelitana-missionaria del lontano Giappone e Camerun.

Veniva da Piacenza il primo gruppo degli aspiranti della casa monzese. L’abitato, la Villa Modigliani-Litta, la già “Villa delle Rose”, lo accolse come poteva.
Era il 1915, “umidità e ristrettezza nei dormitori e nelle aule scolastiche, umiltà nella Cappellina, costretta a continui trasferimenti, povertà e modestia nel cibo e nel vestito. Questo fu l’ambiente e lo spirito in cui lavorarono per decenni Rettori ed Educatori – Padri e Fratelli – che ora godono il premio del Signore e ancora riscuotono la stima dei confratelli più giovani. In questo ambiente crebbe il Collegio, superando anche le avverse e disastrose congiunture di due conflitti mondiali senza mai serrare i battenti cigolanti e scardinati.

Fiduciosa e giovane, quando tornò la tranquillità dei tempi e la serenità degli animi, la Scuola Apostolica si rinnovò. Demolita la primitiva costruzione, nel dicembre 1949 si aprivano le porte di un grande ed elegante edificio, adeguato alle nuove esigenze e disposizioni. Come sempre era un frutto della Provvidenza e della capacità di persone laboriose e solerti, che sarebbe giunto a completa maturità negli anni 62-63 con l’ala posta ad unione tra Convento e Collegio”. [dalla Cronaca]

Oggi “Scuola apostolica” per ragazzi è chiusa e al suo posto sono sorti il “Centro vocazionale” per giovani che desiderano sperimentare, conoscere e avvicinarsi alla vita religiosa carmelitana.

Il Carmelo di Monza è anche la sede Editoriale della rivista della Provincia, “Il Carmelo Oggi” mentre continua con sempre maggior impegno e affluenza di fedeli la vita liturgica nella “Chiesa del Carmelo”, con particolare attenzione alla disponibilità per il sacramento della Riconciliazione.

Il convento è pure sede provinciale dell’Ordine Secolare, con una sua propria Fraternità; qui sono nati I “Gruppi di orazione teresiana” (GOT)  e il “Movimento carmelitano dello Scapolare” (M.C.S.); e infine, il convento è aperto per mezze giornate di Ritiro spirituale.

Ed infine è dal Carmelo di Monza che Radio Mater trasmette ogni mattina alle 7.30 la S. Messa in diretta, che permette a molte persone, soprattutto ad ammalati e infermi, di seguire la S. Messa quotidiana.