La famiglia Martin
Nel Santuario di Monza, dedicato a S. Teresa di Gesù Bambino, vi è una cappella laterale dedicata alla Famiglia Martin, nella quale S. Teresa è venerata insieme ai suoi genitori, i Santi Zelia Guerin e Luigi Martin.
La Cappella, che prima era dedicata solo a S. Teresina, è stata ribenedetta dal Cardinal José Saraiva Martins, allora prefetto delle cause dei santi che ha beatificato i genitori di Teresina il 19 Ottobre 2008 in quanto legato di Benedetto XVI, nella basilica di S. Teresa di Lisieux. Papa Francesco li ha poi proclamati congiuntamente santi il 18 Ottobre 2015, sette anni dopo la beatificazione, durante la XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, avente per tema: La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. (anniversario di canonizzazione che ricordiamo ogni anno il 17 ottobre, mentre la Memoria liturgica festiva è il 12 Luglio.
Proprio a Monza, ha avuto luogo la guarigione miracolosa di un bambino che ha aperto la strada prima alla beatificazione e poi, per la guarigione di una bambina in Spagna, alla canonizzazione, dei coniugi Martin.
A perenne memoria e in segno di gratitudine e di continua preghiera, alla quarta domenica di ogni mese, la S. Messa festiva delle ore 18.00 ha un’intenzione particolare per tutte le famiglie, le giovani coppie e i fidanzati.
S. TERESA DI GESU’ BAMBINO – ANNIVERSARI
1873 – 2 Gennaio – 2023 – 150° Anniversario della Nascita \ 1923 – 29 Aprile – 2023 – 100° Anniversario della Beatificazione \ 1925 – 17 Maggio- 2025 – 100° Anniversario della Canonizzazione\proclamazione a Santa
NOTIZIA IMPORTANTE: S. TERESA DI GESU’ BAMBINO PROCLAMATA PATRIMONIO DELL’UMANITA’ ALL’UNESCO a 150 anni dalla nascita, nell’Anno 2023
UNESCO: Quattro personaggi cristiani celebrati nel prossimo biennio 2022\2023
Santa Teresa di Lisieux, Copernico, Mendel e San Nerses, saranno celebrati dall’organismo ONU per la cultura, per aver contribuito al bene universale dell’umanità.
Per il 150esimo dalla nascita di Santa Teresa di Lisieux, che si celebrerà nel 2023, c’è già un comitato preparatore e una lista di varie iniziative. La notizia è già pubblica, resa nota da monsignor Francesco Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede all’UNESCO.
I quattro religiosi sono stati proposti da Francia, Repubblica Ceca, Polonia e Armenia. Due di loro sono scienziati, hanno svolto ricerche che hanno cambiato il corso della scienze: Mendel ha messo le basi della moderna genetica, Copernico ha spiegato che è la terra che gira intorno al sole e non viceversa.
In Francia, l’anniversario di Santa Teresa di Lisieux era già in preparazione, con molte iniziative, sia nel santuario di Lisieux, sia nel piccolo villaggio di Alençon, che aveva dato i natali alla Santa.
“Santa Teresa – ha spiegato a Famille Chretienne padre Olivier Ruffay, rettore del santuario di Lisieux – era una educatrice delle sue sorelle, e in particolare delle novizie, cui voleva insegnare la libertà interiore per rispondere meglio alla chiamata del Signore. Questa dimensione educativa è molto evidente nei suoi manoscritti e nella sua corrispondenza”.
Non va dimenticato che San Giovanni Paolo II ha proclamato Santa Teresa dottore della Chiesa il 19 ottobre 1997. Il cristianesimo, ribadisce il presule, «ha dato una forma all’Europa» e del resto «San Giovanni Paolo II diceva che una fede che non diventa cultura non è una fede matura». La “piccola Teresa” aveva avuto, tra l’altro, un successo editoriale straordinario con il suo primo libro, Storia di un’anima, e nel corpus letterario ci sono 266 lettere, 54 poesie, 8 opere teatrali.
La candidatura all’UNESCO prevede lo sviluppo di diversi progetti: la creazione di un comitato direttivo per diversi eventi organizzati in omaggio a Santa Teresa nei prossimi anni, alcuni dei quali senza dubbio saranno decentrati a Lione e Marsiglia, una conferenza in onore della santa nel 2023 che si terrà probabilmente all’UNESCO, un film. È l’inizio di un decennio di centenari per il santuario di Lisieux: nel 2021, saranno cento anni da quando Santa Teresa è stata proclamata venerabile, nel 2023 è il centenario della beatificazione, il 2025 quello della Canonizzazione. E poi, nel 2027 saranno cento anni che Santa Teresa è stata proclamata patrona delle missioni, e nel 2029 è il centenario della posa della prima pietra della grandiosa basilica santuario di Lisieux.
l’UNESCO vuole “onorare la memoria delle persone che hanno lavorato nei campi della pace, dell’educazione, della scienza, delle scienze sociali e della comunicazione”. Teresina era in competizione con 60 personalità presentate da 47 Stati…quindi è veramente una bella e importante notizia, soprattutto per il Carmelo di Monza, di cui ne è titolare e patrona…
- Puoi scaricare qui sotto un volantino con tutte le notizie al riguardo
Volantino Anniversari S. Teresina
15 Ottobre 2023 – L’ESORTAZIONE APOSTOLICA di PAPA FRANCESCO dedicata a SANTA TERESINA: C’EST LA CONFIANCE SULLA FIDUCIA NELL’AMORE MISERICORDIOSO DI DIO – IN OCCASIONE DEL 150º ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO E DEL VOLTO SANTO
Testo integrale su: www.vatican.va
- «C’est la confiance et rien que la confiance qui doit nous conduire à l’Amour»: «È la fiducia e null’altro che la fiducia che deve condurci all’Amore!».
- Queste parole così incisive di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo dicono tutto, sintetizzano il genio della sua spiritualità e sarebbero sufficienti per giustificare il fatto che sia stata dichiarata Dottore della Chiesa. Soltanto la fiducia, “null’altro”, non c’è un’altra via da percorrere per essere condotti all’Amore che tutto dona. Con la fiducia, la sorgente della grazia trabocca nella nostra vita, il Vangelo si fa carne in noi e ci trasforma in canali di misericordia per i fratelli.
- È la fiducia che ci sostiene ogni giorno e che ci manterrà in piedi davanti allo sguardo del Signore quando Egli ci chiamerà accanto a sé: «Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi occhi. Voglio dunque rivestirmi della tua propria Giustizia e ricevere dal tuo Amore il possesso eterno di Te stesso».
- Teresina è una delle sante più conosciute e amate in tutto il mondo. Come succede con San Francesco di Assisi, è amata perfino da non cristiani e non credenti. È stata anche riconosciuta dall’UNESCO tra le figure più significative per l’umanità contemporanea. Ci farà bene approfondire il suo messaggio commemorando il 150º anniversario della sua nascita, avvenuta ad Alençon il 2 gennaio 1873, e il centenario della sua beatificazione. Ma non ho voluto pubblicare questa Esortazione in una di tali date, o nel giorno della sua memoria, perché il messaggio vada al di là delle ricorrenze e sia assunto come parte del tesoro spirituale della Chiesa. La data della pubblicazione, 15 Ottobre 2023, memoria di Santa Teresa d’Avila, vuole presentare Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo come frutto maturo della riforma del Carmelo e della spiritualità della grande Santa spagnola.
Novena delle Rose di S. Teresina (da recitare dal 22 al 30 Settembre o nelle necessità di intercessione con S. Teresa)
“Passerò il mio cielo a far del bene sulla terra” scrisse Santa Teresa di Lisieux e mai parola fu più vera ed autentica di questa.
La santa, una delle grandi mistiche del Carmelo, morta in giovanissima età è la Patrona delle missioni e di tutti coloro che si affidano alla sua potente intercessione. Fra questi il gesuita padre Putigan che il 3 dicembre del 1925 chiese una grazia per intercessione della santa. Come pegno della richiesta ebbe in dono una rosa attesa come segno della benevolenza della giovane carmelitana.
La rosa è il fiore che rappresenta le grazie che Teresa vuole, per intercessione del Padre, donare al mondo e a quanti si affidano alla sua protezione ed amore. Dopo poco tempo arrivò l’importante grazia. Al fatto, documentato storicamente, ne seguirono altri. Fu da allora che il gesuita decise di diffondere la preghiera per testimoniare la bontà della santa nella vita degli uomini di tutti i tempi.
Nella culla di santa Teresa di Lisieux le preghiere di tutto il mondo
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S. Teresa di Gesù Bambino
S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo
(S. Teresina di Lisieux)
Dottore della Chiesa e Patrona delle Missioni
Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’Amore (Ms B, 2v)
Alençon, 2 gennaio 1873 – Lisieux, 30 settembre 1897
Teresa Martin nasce ad Alençon in Francia il 2 gennaio 1873. È battezzata due giorni più tardi nella Chiesa di Notre-Dame, ricevendo i nomi di Maria Francesca Teresa. I suoi genitori sono Louis Martin e Zélie Guérin. Dopo la morte della madre, avvenuta il 28 agosto 1877, Teresa si trasferisce con tutta la famiglia nella città di Lisieux.
Verso la fine del 1879 si accosta per la prima volta al sacramento della penitenza. Nel giorno di Pentecoste del 1883 ha la singolare grazia della guarigione da una grave malattia, per l’intercessione di nostra Signora delle Vittorie. Educata dalle Benedettine di Lisieux, riceve la prima comunione l’8 maggio 1884, dopo una intensa preparazione, coronata da una singolare esperienza della grazia dell’unione intima con Cristo. Poche settimane più tardi, il 14 giugno dello stesso anno, riceve il sacramento della cresima, con viva consapevolezza di ciò che comporta il dono dello Spirito Santo nella personale partecipazione alla grazia della Pentecoste.
Desiderosa di abbracciare la vita contemplativa, come le sue sorelle Paolina e Maria nel Carmelo di Lisieux, ma impedita per la sua giovane età, durante un pellegrinaggio in Italia, dopo aver visitato la Santa Casa di Loreto e i luoghi della Città Eterna, nell’udienza concessa dal Papa ai fedeli della diocesi di Lisieux, il 20 novembre 1887, con filiale audacia chiede a Leone XIII di poter entrare nel Carmelo all’età di 15 anni.
Il 9 aprile del 1888 entra nel Carmelo di Lisieux ove il 10 gennaio dell’anno seguente riceve l’abito dell’Ordine della Vergine ed emette la sua professione religiosa l’8 settembre del 1890, festa della Natività della Vergine Maria.
Intraprende nel Carmelo il cammino della perfezione, tracciato dalla Madre Fondatrice, Teresa di Gesù, con autentico fervore e fedeltà, nell’adempimento dei diversi uffici comunitari a lei affidati. Illuminata dalla Parola di Dio, provata in modo particolare dalla malattia del suo amatissimo padre, Louis Martin, che muore il 29 luglio del 1894, si incammina verso la santità, ispirata dalla lettura del Vangelo, insistendo sulla centralità dell’amore. Teresa ci ha lasciato nei suoi manoscritti autobiografici non solo i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche il ritratto della sua anima e le sue esperienze più intime. Scopre e comunica alle novizie affidate alla sue cure la piccola via dell’infanzia spirituale; riceve come dono speciale di accompagnare con il sacrificio e la preghiera due « fratelli missionari». Penetra sempre di più nel mistero della Chiesa e, attirata dall’amore di Cristo, sente crescere in sé la vocazione apostolica e missionaria che la spinge a trascinare tutti con sé, incontro allo Sposo divino.
Il 9 giugno del 1895, nella festa della Santissima Trinità, si offre vittima di olocausto all’Amore misericordioso di Dio. Nel frattempo redige il primo manoscritto autobiografico, che consegna a Madre Agnese di Gesù nella sua festa, il 21 gennaio 1896.
Pochi mesi più tardi, il 3 aprile, durante la notte fra il giovedì ed il venerdì santo, ha una prima manifestazione della malattia che la condurrà alla morte e che Lei accoglie come la misteriosa visita dello Sposo divino. Nello stesso tempo entra nella prova della fede che durerà fino alla sua morte e della quale offrirà una sconvolgente testimonianza nei suoi scritti. Durante il mese di settembre conclude il Manoscritto B, che costituisce una stupenda illustrazione della piena maturità della Santa, specialmente mediante la scoperta della sua vocazione nel cuore della Chiesa.
Mentre peggiora la sua salute e continua il tempo della prova, nel mese di giugno inizia il Manoscritto C, dedicato alla Madre Maria di Gonzaga; nuove grazie la conducono ad una più alta perfezione ed ella scopre nuove luci sull’estensione del suo messaggio nella Chiesa a vantaggio delle anime che seguiranno la sua via. L’8 luglio 1897 viene trasferita in infermeria. Le sue sorelle ed altre religiose raccolgono le sue parole, mentre i dolori e le prove, sopportati con pazienza, si intensificano fino a culminare con la morte, nel pomeriggio del 30 settembre del 1897. «Io non muoio, entro nella vita», aveva scritto al suo fratello spirituale missionario don Bellier. Le sue ultime parole « Dio mio, io ti amo » sono il sigillo della sua esistenza, che all’età di 24 anni si spegne sulla terra per entrare, secondo il suo desiderio, in una nuova fase di presenza apostolica in favore delle anime, nella comunione dei Santi, per spargere una pioggia di rose sul mondo.
Fu canonizzata da Pio XI il 17 maggio 1925 e dallo stesso Papa proclamata Patrona universale delle missioni, insieme a San Francesco Saverio, il 14 dicembre 1927.
E’ stata proclamata Dottore della Chiesa Universale da S. Giovanni Paolo II nella Giornata Mondiale delle Missioni il 19 ottobre 1997, .
I Santi coniugi Martin
Santi Luigi Martin e Zelia Guerin
Genitori di S. Teresa di Gesù Bambino
Il Buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del Cielo che della terra. (S. Teresa di Gesù Bambino, 26 luglio 1897)
Luigi (Louis): Bordeaux, 22 agosto 1823 – La Musse, 29 luglio 1894
Elia (Zélie): Gandelain, 23 dicembre 1831 – Alençon, 28 agosto 1877
In gioventù, prima di conoscersi, Louis e Zélie avrebbero desiderato consacrarsi al Signore; ma un giorno Zélie passò sul ponte Saint Leonard, ad Alençon e incrociò un giovane uomo la cui nobile fisionomia, l’andatura riservata, l’atteggiamento pieno di dignità, la impressionarono. Nello stesso tempo, una voce interiore le mormorò in segreto: «é quest’uomo che ho preparato per te».
A mezzanotte del 13 luglio 1858 si sposarono nella chiesa di Notre Dame, in Alençon. Dal loro matrimonio nacquero ben nove figli. Scriverà Zélie in una lettera del 4 marzo 1877:
«[…] quando abbiamo avuto i nostri figlioli, le nostre idee sono un po’ cambiate: non vivevamo più che per loro, questi erano la nostra felicità e non l’abbiamo mai trovata se non in loro. Insomma, tutto ci riusciva facilissimo, il mondo non ci era di peso».
Dio, nel focolare dei Martin, sarà sempre «il primo servito».
Il corposo epistolario di Zélie è una vera e propria cronaca familiare, dove si evince che la Santa Messa e la preghiera erano la fonte della loro esistenza. La profondità dei sentimenti che legavano i due coniugi Martin furono il risultato di una perfetta unità di intenti, e il realismo guidava i loro passi.
Zélie era una mamma tenerissima; scrisse nella lettera datata 4 aprile 1868: «è un lavoro così dolce occuparsi dei propri bambini!», così i figli sentivano che erano stati desiderati e che i genitori vivevano per loro: far piacere a Gesù e far piacere ai genitori divenne un’unica realtà.
In occasione del Processo di Beatificazione di Teresa, la sorella Maria ricordava: «I nostri genitori ci educarono tutte in uno spirito di distacco delle cose della terra. Era questa, mi pare, la nota caratteristica di questa educazione. Molto spesso ci ricordavano le cose dell’eternità. L’educazione della nostra famiglia era molto affettuosa ma per niente molle».
Uno dei tratti caratteristici della grande fede dei Martin era il pieno abbandono alla Divina Provvidenza, ecco che, nonostante lo straziante dolore per la perdita di ben quattro figli, essi non cadranno nella disperazione. Zélie scriveva ad una cognata reduce da un aborto spontaneo:
«Che il buon Dio vi accordi la rassegnazione alla sua santa volontà. Il vostro caro piccolo bambino è presso di Lui; vi vede, vi ama, e voi lo ritroverete un giorno. È una grande consolazione che io ho provato e che provo ancora.
Quando ho chiuso gli occhi ai miei cari piccoli bambini e li ho seppelliti, ho provato un grande dolore, a cui mi sono tuttavia rassegnata. Non rimpiangevo le pene e le preoccupazioni che avevo dovuto patire per loro. Molti mi dicevano: “Sarebbe stato meglio non averli mai avuti”. Non potevo sopportare questo linguaggio. Non trovavo affatto che le pene e le preoccupazioni potessero essere messi sulla bilancia con la felicità eterna dei miei figli. Inoltre, essi non erano perduti per sempre, la vita è corta e piena di miserie, li si troverà lassù.
È soprattutto alla morte del primo che ho sentito vivamente la felicità di avere un figlio in Cielo. Perché il buon Dio mi ha provato in modo sensibile che aveva gradito il mio sacrificio. Io ho ottenuto, con la mediazione di questo piccolo angelo, una grazia molto straordinaria […]. Vedete, cara sorella, che è un grande bene avere dei piccoli angeli in Cielo, ma non è meno penoso per la natura perderli, sono queste le grandi pene della nostra vita» (Lettera del 17 ottobre 1871).
Ogni giorno veniva offerto al Signore con questa preghiera: «Mio Dio, vi dono il mio cuore, prendetelo, se vi piace, così che nessuna creatura possa possederlo, ma Voi solo, mio buon Gesù».
Louis con il suo laboratorio di orologiaio, con annessa gioielleria, Zélie con la sua azienda di merletti (era fabbricante del famoso Point d’Alençon) assicuravano alla famiglia una certa agiatezza, che però non ledeva la sobrietà, offrendo, nel contempo, la possibilità di esercitare la carità.
Come si deduce dalla dichiarazione delle figlie al processo di beatificazione di Teresina del Bambino Gesù: «La nostra mamma vigilava con grande attenzione sull’anima delle sue bambine e la più piccola mancanza non era lasciata senza rimprovero. Era un’educazione buona e affettuosa, ma oculata e accurata».
Confessione frequente, adorazioni notturne, attività parrocchiali, esami di coscienza sulle ginocchia della mamma e il catechismo imparato in braccio al papà permisero un’educazione sana, in perfetta armonia, e le figlie non videro miglior futuro che quello di porsi al servizio della Chiesa.
Zélie morirà di cancro a 45 anni, dopo 19 di matrimonio e con l’ultima nata di appena 4 anni (Teresina).
Amante del silenzio e della contemplazione, Louis Martin ha lasciato soltanto sedici lettere, ma assai preziose per comprendere la sua personalità. Egli fu per Zélie un meraviglioso consolatore ed un eccezionale sostegno.
«Cara amica,
non potrò arrivare ad Alençon che lunedì: il tempo mi pare lungo, non vedo il momento di esserti vicino. Inutile dirti che la tua lettera mi ha fatto un gran piacere, fuorché il vedere che ti affatichi eccessivamente. Perciò, ti raccomando molto la calma e la moderazione, soprattutto nel lavoro. Ho alcune ordinazioni della Compagnia Lionese. Ancora una volta, non ti preoccupare tanto; arriveremo, coll’aiuto di Dio, a dar vita a una buona piccola fabbrica. Ho avuto la felicità di comunicarmi a Nostra Signora delle Vittorie, che è come un piccolo paradiso terrestre. Ho fatto pure accendere un cero secondo l’intenzione di tutta la famiglia. Vi bacio tutti di cuore, in attesa della felicità di essere riunito a voi. Spero che Maria e Paolina siano molto savie!
Tuo marito e vero amico, che ti ama per la vita.» (Luigi alla moglie, LL 1).
«Con quanta gioia vedevo arrivare ogni anno la distribuzione dei premi!… In quest’occasione come sempre, la giustizia era rispettata e avevo solo le ricompense meritate, sola soletta, in piedi in mezzo alla nobile assemblea, ascoltavo la sentenza, letta dal Re di Francia e di Navarra… il cuore mi batteva forte forte nel ricevere i premi e la corona… era per me come un’immagine del giudizio!… (S. Teresa di Gesù Bambino, Ms A, 19v).
«Non posso dire quanto amavo papà, tutto in lui suscitava in me l’ammirazione» (S. Teresa di Gesù Bambino, Ms A, 21r).
Quando resterà vedovo a 54 anni, nel 1877, manterrà lo stesso obiettivo: rimase interamente consacrato alla felicità eterna delle sue figlie, di cui curava l’educazione in rimarchevole continuità con la madre scomparsa, con lo scopo di «allevarle tutte per il Cielo». Giocava con le figlie, le portava in pellegrinaggio, in vacanza e organizzava viaggi insieme a loro… ma al primo posto c’era sempre Dio.
Di lui scriveva S. Teresina: «Il cuore così tenero di papà aveva unito, all’amore che già possedeva, un amore veramente materno» (Ms A, 13r).
Louis morì a 71 anni dopo un umiliante declino, causato dall’arteriosclerosi e da una progressiva paralisi, avendo prima, comunque, la gioia di donare tutte le cinque figlie al Signore: quattro nel Carmelo di Lisieux e una fra le Visitandine di Caen.
I processi per le Cause di beatificazione e canonizzazione dei Servi di Dio Luigi Martin e di Zelia Guerin, furono istruiti rispettivamente nelle diocesi di Bayeux-Lisieux e di Sées, dal 1957 al 1960, e quindi inviati a Roma.
Queste due cause, condotte poi secondo il metodo storico, sono state presentate alla Congregazione delle Cause dei Santi in un unico studio.
Il 26 marzo 1994 papa Giovanni Paolo II ha proclamato le loro virtù eroiche.
La loro beatificazione è avvenuta il 19 ottobre 2008 a Lisieux, dopo il parere positivo della Commissione medica e teologica sulla guarigione miracolosa di Pietro Schilirò, un bambino di Monza nato con una grave malformazione ai polmoni che non lasciava speranza.
La Chiesa li ricorda separatamente: Luigi Martin il 29 Luglio e Zelia Guerin il 28 Agosto, mentre la Diocesi di Bayeux-Lisieux ed i Carmelitani Scalzi ne fanno memoria il 12 Luglio.
La guarigione del piccolo Pietro
Pietro Schilirò, quinto figlio dei coniugi Valter e Adele di Leo, nacque il 25 maggio 2002 presso l’Ospedale San Gerardo dei Tintori di Monza, Milano.
Presentò subito gravi difficoltà respiratorie che richiesero l’immediato trattamento in terapia intensiva. Nella serata del 3 giugno, i genitori, vista la drammatica situazione di Pietro, fecero amministrare il Battesimo al bambino da padre carmelitano Antonio Sangalli, loro amico.
Per aiutare i genitori di Pietro a vivere il loro dramma alla luce della fede, padre Antonio consigliò loro di iniziare una novena ai Venerabili Coniugi Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, che avendo perduto quattro bambini in tenera età conoscevano bene questo dolore. Molti parenti e amici si unirono alla famiglia nella recita della novena, mentre in ospedale sulla culla di Pietro, fu affissa l’immaginetta dei Venerabili.
Il 13 giugno, durante la recita della novena, vennero chiesti espressamente a Luigi e Zelia la comprensione della volontà di Dio e la guarigione di Pietro, se questo rientrava nel disegno divino.
Nella mattinata del 29 giugno, giorno del suo onomastico, per la prima volta si rilevò un improvviso, inspiegabile miglioramento nelle condizioni di Pietro. Il 27 luglio Pietro fu dimesso dall’ospedale.
Il Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Milano esaminò dal 16 aprile al 10 giugno 2003 la guarigione di Pietro Schilirò. Il 7 luglio 2003, gli atti del Processo Super Miro furono consegnati a Roma alla Congregazione per le Cause dei Santi, che in data 14 novembre 2003 rilasciò il Decreto di validità dell’iter processuale.
Il 17 gennaio 2008, la Consulta Medica espresse il suo giudizio unanime sulla inspiegabilità scientifica della guarigione e, il 17 marzo seguente, i Consultori Teologi della Congregazione per le Cause dei Santi dopo aver esaminato il caso, si pronunciarono a favore del carattere miracoloso della guarigione e della sua attribuzione all’intercessione dei Venerabili Servi di Dio.
A conclusione dell’iter, il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il Cardinale José Saraiva Martins, presentò la documentazione al Santo Padre Benedetto XVI che il 3 luglio approvò la guarigione di Pietro compiuta da Dio per intercessione dei Venerabili Servi di Dio.
Il 12 luglio seguente, ad Alençon, in occasione delle celebrazioni commemorative per il 150° anniversario delle nozze dei Coniugi Martin, lo stesso Cardinale annunciò che il Santo Padre aveva fissato per il 19 ottobre 2008, Giornata Mondiale delle Missioni, la loro Beatificazione nella Basilica di Lisieux.
I coniugi Luigi e Zelia Martin sono stati canonizzati il 18 ottobre 2015, nel cuore del Sinodo della Famiglia in Vaticano.